Avevo 11 anni quando per la prima volta, in una trasmissione televisiva di Rai Uno, vidi e ascoltai gli Inti-Illimani: fu quasi “amore a prima vista”. Le loro melodie, semplici ma efficaci, mi coinvolsero emotivamente e, soprattutto mi incuriosì la varietà di strumenti utilizzati durante i loro concerti. Da allora, e parliamo del 1974, non ho mai più smesso di ascoltare questa musica. E fu proprio in quel periodo che cominciai a suonare la chitarra e a condividere con altri questa passione. Negli anni scorsi ho avuto esperienze con gruppi di musica “andina” (non mi piace molto questo termine, comunque..) durate più o meno a lungo, ma nulla di concreto.
Il mio incontro con i Chiloe è del tutto singolare. Sia io che Domenico e Barbara abitiamo in una stradina così piccola che a malapena figura sullo stradario di Roma, le nostre case distano 15 metri circa a linea d’aria, eppure l’uno non era a conoscenza dell’esistenza dell’altro, finche lo scorso giugno del 2004, frequentando uno stage musicale qui nella Capitale tenuto da due storici componenti degli Inti, José Seves e Horacio Duran, ho avuto modo di conoscere Barbara e Marco Santori per primi, e successivamente Domenico, Marco Riccitelli e Giorgio. Dopo aver fatto le varie considerazioni sui “casi della vita”, il destino ecc., siamo diventati amici. Poco tempo dopo mi hanno proposto di suonare con loro, ed io, entusiasta, logicamente non me lo sono fatto ripetere due volte!
Oltre ai Chiloe collaboro con una compagnia teatrale, gruppi di tradizioni popolari italiane e non solo. Oggi dedico esclusivamente il mio tempo lavorando con la musica: non è facile ma ci credo ed è la mia passione.